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Le scuole di formazione per gli operatori specializzati nell’educazione pre-natale

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Umanizzazione,

 non più un vecchio slogan

ma un progetto concreto per cambiare,

a partire dalla nascita,

il destino dell’uomo nel mondo.

 

GIULIANA MIELI

ANEP

 

L’ANEP Italia, Associazione Nazionale per l’educazione prenatale, è un’associazione culturale senza scopo di lucro, apolitica, apartitica, aconfessionale, “che si prefigge di diffondere tutte quelle informazioni relative a concepimento, vita e relazione prenatale e genitorialitá[1]”.

Lo scopo è favorire uno sviluppo fisico e psichico armonioso dei bambini che stanno per  nascere: gli esseri umani del futuro.

L’ANPEP ha istituito l’ISPPE – International School of Prenatal and Perinatal Education – a Milano nell’anno 2000. I corsi della Scuola sono rivolti a medici, psicologi, counsellors, assistenti sociali, ostetriche, pedagogisti, educatori, insegnanti e a tutti coloro che si occupano
dell’educazione e dell’istruzione degli adolescenti e dei futuri genitori. Il corso è articolato in 10 incontri di 14 ore ciascuno, per un totale di 140 ore di lezioni. Al termine del corso si ottiene il titolo di Prenatal Tutor.

ANPEP

L’ANPEP, Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale, è un’associazione senza scopo di lucro con fini scientifici, culturali ed umanitari, nata “come risposta alle sempre maggiori esigenze di conoscere come il periodo prenatale influisca nello sviluppo del disagio e del benessere individuale e della personalità[2]”. Per formare i professionisti (pedagogisti, educatori, psicologi, psicoterapeuti, medici, ostetriche,..) ai temi della psicologia e
della educazione prenatale hanno istituito La scuola di Vita Prenatale “Adriano Milano Comparetti”, insigne studioso e ricercatore sulla vita prenatale che ha contribuito a conoscere e far conoscere le straordinarie doti del feto durante la gestazione. La scuola nasce con lo scopo, come si legge all’Art. 1 del Regolamento:

di favorire la formazione e la diffusione delle informazioni sulla vita prenatale, per sviluppare la consapevolezza sull’importanza dei nove mesi della gestazione nella vita dell’uomo e per promuovere la pratica della educazione e della psicologia prenatale.

 Accanto ai corsi di Educazione e di Psicologia Prenatale, è stato istituita la figura di Esperto
in Psicopedagogia Prenatale
con il relativo l’Albo (seppur non riconosciuto).

Per accedere all’albo occorre frequentare uno o più corsi proposti dall’associazione, ovvero:

  • Psicopedagogia Prenatale
  • Educare prima
  • Tecnica del respiro movimento integrato
  • Generatività

 L’associazione ha inoltre creato Il giornale italiano di psicologia e di educazione prenatale, a mio avviso molto interessante per gli esperti del settore.

 MIPA CENTRO STUDI

 Il MIPA, nato e fondato da Piera Maghella nel 1985 a Modena, ha sede a Serle (Brescia) ed opera a livello nazionale ed internazionale nel campo della Nascita.

 La filosofia di lavoro del MIPA fa riferimento a valori che considerano l’esperienza parto/nascita un evento bio-psico-sociale cioè un’evento che coinvolge il corpo, le relazioni e la cultura nel quale avviene. Il MIPA “riconosce la centralità della donna, del bambino, della coppia con le proprie competenze e bisogni, ed il diritto di avere in ospedale o a casa un parto umanizzato[3]”.

La scuola del MIPA prevede corsi destinati a tutti gli esperti del settore quali medici, psicologi, counsellors, assistenti sociali, ostetriche, pedagogisti e educatori. I corsi sono monotematici e
generalmente durano tre giorni. Per avere una formazione completa di base (min. 150 ore) come Educatrice/ Educatore Perinatale è necessario partecipare ad almeno 7 corsi monotematici nell’arco di tre o quattro anni.

 Attualmente si tratta della scuola di formazione più accreditata a livello nazionale per la sua elevata qualità nella formazione al parto attivo e naturale.

MONDO DOULA

Mondo doula è un’associazione non riconosciuta che si occupa di formare le donne alla professione di doula, figura già ampiamente diffusa in altri paesi europei ma ancora sconosciuta in Italia.

Il termine doula è nato a partire dagli anni ’60 e ’70 per definire una nuova pratica assistenziale ed una nuova professione che parte dall’importanza della relazione tra donne, ovvero della cura da donna a donna. Scrivono infatti:

Il messaggio che vogliamo trasmettere è che ogni donna può essere una doula! La doula è infatti colei che fa da madre alla madre […] doula è qualunque donna che si prende cura di un’altra donna “facendole da madre” […] La professione della doula racchiude in sé e valorizza tutte quelle competenze che tutte noi abbiamo acquisito nel diventare donne, competenze in gran parte oggi sempre più misconosciute, del mettersi a disposizione dell’altro, al  servizio dell’altro, competenze materne[4].

 La scuola della doula ha una nascita molto recente e non è ancora particolarmente diffusa. Il corso si articola in otto week end mensili di formazione;  al termine del corso si ottiene il titolo di doula.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

 Come si può notare esistono diverse scuole in Italia che si occupano della formazione degli operatori che operano in campo prenatale. Si tratta di un evento molto recente e ancora in fase di sperimentazione, come mostra la scuola delle doule.

 Attualmente non esiste una regolamentazione dei titoli e ciò ha diverse conseguenze negative:

  • La diversità del titolo ottenuto (educatore prenatale, prenatal tutor, doula,…).
  • La difficoltà ad inserirsi nelle strutture sanitarie o pubbliche.
  • La difficoltà a diffondere la cultura nuova del parto dolce all’interno delle agenzie di formazione riconosciute, ovvero nei corsi di laurea.

 Di contro si sta però verificando una concorrenza nella qualità della formazione proposta, ovvero nella super-specializzazione delle agenzie formative in alcuni particolari ambiti (ad esempio l’acquaticità in gravidanza).

Queste scuole,inoltre, permettono la partecipazione ai corsi non solo alle ostetriche, ma anche a tutte le altre figure educative: uno spostamento di “veduta” a mio avviso molto significativo, in quanto restituisce all’educazione l’ambito della gravidanza, slegandolo dall’esclusività dell’area sanitaria. Infine, la mancanza di regolamentazione “costringe” gli operatori a “farsi valere” sul
campo solo per le loro competenze professionali personali, evitando così di “adagiarsi” su un mero titolo.


[1] Cfr., www.ANEP.org, sezione –L’Associazione-.

[2] Cfr. Statuto dell’ANPEP, reperibile al sito internet www.anpep.it, nella sezione –Chi siamo-.

[3] Cfr., www.mipaonline.com, alla sezione “Mipa”.


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